Quando ero ragazzina mi immaginavo nei panni di una donna d’affari. Mi vedevo vestita di rosso, tailleur e ventiquattrore, e credevo che sarebbe stato facile diventare una donna sensuale e allo stesso tempo ricca e potente. Poi certo ci sarebbero stati bambini, una casa e un marito bellissimo. Non mi sono mai veraemtne impegnata affinchè questa cosa accadesse e quell’immagine si è persa nella memoria lasciando spazio ad altre possibilità. Ho pensato di vivere a Parigi, di fare l’organizzatrice di festival, di lavorare in televisione, di scrivere. Questo l’ho fatto per un po’, e devo dire che per me è stato un bel modo di vivere. Eppure oggi nel pieno dei miei quarant’anni mi domando perché non si è realizzato nulla di ciò che un tempo ho voluto.
La differenza tra una visione e una illusione è tutta nelle intenzioni, nella volontà che si fa azione.
Nel nostro immaginario portiamo per anni idee di noi in versioni diverse, come un’eterna potenzialità. C’immaginiamo donne più sensuali quando davanti allo specchio camminiamo con i tacchi, ci immaginiamo capaci di risolvere discussioni con chi normalmente ci prevarica, immaginiamo vacanze da sogno per l’anno successivo, dopo che per l’ennesima estate abbiamo passato le vacanze al solito stabilimento. Certe immagini resteranno sempre illusioni proprio perché non facciamo nulla per realizzarle.
A me è capitato qualche anno fa di fermarmi e fare un check della mia vita; quante illusioni mi stavano accompagnando da troppi anni? Perché alcune cose non diventavano realtà?
La verità è che alcune idee sono destinate a restare per sempre illusioni, altre invece sono visioni che ci ispirano mentre agiamo per realizzarle.
L’idea infantile che le cose accadono o che qualcuno ci dirà cosa fare, da adulte deve essere sostituita con l’idea che le cose le facciamo accadere. Leggendo, studiando, osservando le persone intorno a me ho capito la differenza tra illusione e visione.
L’illusione si accontenta di stare nella nostra mente perfetta e lucida, la visione ci obbliga a sporcarci le mani, a faticare, a correre il rischio di fallire. L’illusione ci offre un cantuccio in cui andare a rifugiarci quando nella vita le cose si fanno difficili, noiose, brutte, la visione invece richiede una strategia, un piano, un’intenzione e tanto coraggio.
Alcuni anni fa lessi la storia del creatore della birra Baladin, ormai si trova spesso anche nei bar, ma quando iniziò, l’idea di Teo Musso fu quella di portare le birre nei ristoranti a 5 stelle. Non era ricco, anzi e dopo alcuni fallimenti professionali e una separazione, aveva bisogno che progetto funzionasse. Cosa fece Teo? Caricò le birre nella sua macchina e percorse l’Italia dal nord al sud, proponendo ai ristoratori stellati di inserire le sue birre artigianali nei loro menù. Un inizio che lo ha portato oggi ad essere un gigante delle birre artigianali.
Siamo abituate a credere che dopo la fatica, trovare il principe azzurro, prendere una laurea, fare un figlio, dopo di questo le cose andranno bene, la vita scorrerà felice e senza inceppi. Probabilmente anche per noi donne è arrivato il momento di vedere cosa si nasconde dietro il tendone dell’happy end e decidersi ad infilare i i guantini per condurre la nostra vita, che sia una coupè o una cinquecento, ogni giorno dove la vogliamo, pronte a imboccare un bivio che nessuno ci aveva mai raccontato.
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