“Tutto sta nel concentrarmi a trovare il nocciolo: ciò che voglio fare e ciò che sono capace a fare, poi metterlo insieme a ciò che ho imparato nella vita, dalla scuola alla famiglia, dagli amori ai lavori, dagli errori ai fallimenti. A quel punto chiudo gli occhi immagino la mia idea diventata realtà, e se sorrido capisco che sto andando nella direzione giusta.”

Chi parla è Alice Siracusano, potrebbe sembrare la saggezza di una ottuagenaria invece ha solo trentatré anni, e da febbraio è amministratore delegato e azionista di maggioranza di Luz, content provider nato sulle ceneri della storica agenzia fotografica Grazia Neri.

Alice è gentile, disponibile e colorata, e sullo schermo di skype brilla il giallo della t-shirt che indossa, eppure nelle sue mani ha un’agenzia con un archivio di due milioni di foto, che hanno fatto la storia del mondo, che lo hanno raccontato e influenzato. Lo stesso vuole fare Alice oggi: influenzare a fare la cosa giusta. Se negli anni ’60 le immagini dovevano conquistare le pagine dei giornali, per rendere più comprensibili le notizie e i fatti, oggi che le immagini arrivano ovunque senza fatica, Alice vuole usarle come strumenti per raccontare i valori umani, spirituali, ecologici, che abbiamo perso negli ultimi decenni.

“Oggi si fa ancora fatica a far capire alle aziende che con le loro campagne di comunicazione devono restituire informazione, e non solo prendere. Ma la strada è tracciata, e noi la vogliamo percorrere.”

La mission di Luz è chiara: proporre foto, consulenza di comunicazione per aziende e prodotti, che siano anche portatrici di senso, di informazione, di uno sguardo sul mondo più aperto e diversificato.

Concordo con lei, abbiamo tutti un gran bisogno di informazione, vera e più affidabile. L’ascolto parlare e immagino un mondo in cui le aziende, (solo in Italia sei milioni) si fanno portatrici di approfondimenti. Immagino scoop, addirittura notizie che per un motivo o per un altro i giornali non pubblicano, e che un brand decide di raccontare attraverso la sua comunicazione. Per un attimo sorrido e mi pare di vedere il futuro.

“Proprio perché cerchiamo immagini che raccontino la verità molte collaborazioni nascono prima di avere un cliente, come face Grazia Neri, perché voglio che le storie siano raccontate da punti di vista nuovi e veri. Sviluppiamo intuizioni e poi proviamo a farle diventare comunicazione.”

Durante la nostra call Alice cita spesso Grazia Neri, con discrezione e rispetto, si sente che il lascito è importante. Anche il suo modo di lavorare ricalca moralmente il metodo della fondatrice.

La storica agenzia è stata fino al 2009 tra le più influenti del mondo, arrivando da sola a rappresentare in esclusiva il 70% del fotogiornalismo mondiale. Foto che hanno segnato la storia portano il suo logo, da Moro a Kennedy, da Hitchcock a Sartre, da Gandhi allo sbarco in Normandia, è stata proprio Grazia Neri ad ottenere di apporre su ogni foto il nome dell’agenzia, il copyright fino ad allora inedito in Italia. Il rispetto e la protezione dei fotografi, è stato il pensiero etico che ha reso l’agenzia potentissima, fu proprio la fiducia che intercorreva tra la fondatrice e i fotografi, a garantirle per decenni l’esclusiva di moltissime firme, senza mettere sotto contratto nessuno.

“La crisi economica che viviamo ci ha catapultato nel caos” continua Alice “i nostri genitori hanno fatto del consumismo uno status symbol, i figli per reazione cercano i valori. Gli under trenta, i fatidici millennials, sono la prossima generazione di consumatori e se le aziende vogliono parlare con loro, devono dargli quello che chiedono: senso, informazioni, verità.”

Rivelare storie è il mio obiettivo con LUZ, non solo quelle di cui tutti parlano ma le tante altre che insieme compongono la realtà. Spesso gli autori mi suggeriscono spunti e angolazioni nuove perché loro stessi sono esperti o appassionati di un certo argomento o situazione. La realtà è frastagliata in mille dettagli, come oggi sono frastagliati i mezzi e i canali con i quali si accede ad essa. Raccontare queste verità con le immagini, e riuscire a metterle in comunicazione con il pubblico giusto è la nostra urgenza.”

L’ultima delle campagne messe on line è il progetto Sapiens, che ha come intento quello di ispirare dalla pagina di facebook con storie che vale la pena di raccontare.

“Credo che sia questione di generosità. Ho capito che da sola non riuscirò mai a cambiare niente veramente, né a lasciare il segno, né a fare la differenza, per questo con il mio lavoro nutro l’obiettivo di mettere in relazione le tante realtà che abbiamo intorno, e così facendo riuscire a connetterci agli altri.”

Dopo quasi un’ora finiamo la nostra call, la saluto, e ci diamo appuntamento a molto presto. E ho già la sensazione di sentirmi meno sola anche io.