Un anno fa.
I giorni dalla vista acuta è stato il mio ultimo post del blog nel 2020. d’allora è successa una pandemia. Un anno fa riflettevo su come il lockdown stesse facendomi notare meglio la realtà intorno a me, fin nelle piccole cose. Ormai tutti sapete che vivo in Francia da quattro anni. Nei tre anni precedenti al Covid, sono tornata quasi tutti i mesi in Italia per il lavoro con le aziende o come speaker. Si può dire che prima del Covid non mi ero ancora veramente separata dall’Italia. Continuavo a vivere tra due mondi, e abitavano in me due Filomena, quella che conoscevo e l’altra che cominciavo a conoscere. Da un anno a questa parte una novità ha preso forma, oggi ve la racconto e vediamo che succede!
In verità già da qualche tempo mi girava in testa un’idea: potendo scegliere che altra vita vorrei fare? E così ho approfittato del tempo sospeso per giocare con le possibilità.
Potendo scegliere che altra vita farei?
Mi sono immaginata ad aprire un b&b in Portogallo, ad affittare una barca e vivere nel porto a La Rochelle scrivendo romanzi, oppure a rilevare il ristorantino sotto casa Chez Marie Colline e aprirlo solo a pranzo con Fred. O ancora aprire un atelier con vetrina sulla strada fare ceramica e proporre atelier di Appassionate mentre si crea con la terra. Quante vite ho in testa. Non che non mi piaccia quella che mi ha portato fin qua, ho realizzato una impresa tutta mia di cui vado fiera, ma so pure che tengo da parte alcune sfaccettature di me che aspettano da molto tempo.
La separazione che in questo anno ha preso forma, non è solo (e purtroppo) dalla pizza ma da chi ero io alcuni anni fa, dalle vecchie abitudini, principalmente quella a rinunciare. Sono lavori grossi, e come tutti i cantieri il passo decisivo è il primo!
Una separazione per crescere
In questi mesi ho provato a lasciarmi trasportare dalla vita, accogliendo giornalmente le sensazioni e i pensieri che la separazione mi faceva arrivare. Ho comprato i materiali per fare ceramica, e ho cominciato a farla ogni volta che ne ho voglia, ho letto molto e scritto altrettanto. Mi sono decisa a fare i primi passi per proporre il mio lavoro qui in Francia. E intanto sono arrivate tante riflessioni. Alcune molto profonde. Pezzi di me si sono staccati e altri si sono aggrappati ostinati. Ci vuole pazienza con i pezzi di noi! Seppure io sia ancora nel bel mezzo della trasformazione, mi sono accorta che mi manca qualcosa dell’Italia da cui non voglio separarmi: la mia voce quando parlo in italiano.
Le parole per dirlo.
Le parole dette tra amici che sanno acchiappare al volo un pensiero e lo fanno diventare una bella frase da condividere. Le confidenze che raccontano una intuizione e la fanno diventare un utile consiglio. Le parole insomma che ispirano e che possono accompagnare e sostenere o solo fare compagnia. Succede sempre così, no? Ciò che manca si fa notare con più forza. E se abbiamo pazienza e curiosità può succedere che scopriamo si tratti del germoglio di un’idea.
Prima di Natale parlavo con la mia amica Daniela Iorli, che vive a New York, con cui quando ho voglia di cambiare aria (si fa per dire) ci facciamo una chiacchiera. Lei mi raccontava che vuole cambiare lavoro, io le raccontavo che volevo lavorare con le parole e con la voce. Abbiamo parlato per un paio d’ore e al momento di salutarci, quasi all’unisono ci siamo dette, “Certo, se avessimo registrato questa call, sarebbe stato un podcast perfetto.”
Era fatta, avevamo inventato il podcast di Appassionate.
Dal sedici maggio troveri on line la prima serie del podcast, 12 puntate da 40 minuti l’una in cui con Daniela parliamo della passione e come trasformarla (forse) in un mestiere. Ma anche di come riconoscerla la passione, come monitorarla e come rinnovarla. Come sviluppare le nostre idee appassionate affinché diventino un’attività che parli di noi. Perché la passione prima ancora di essere una risorsa lavorativa, è una potente risorsa per conoscerci, e quindi per farci stare meglio tutti i giorni.
Il podcast sarà strutturato in tre parti di quattro puntate ciascuna.
La prima parte sarà dedicata agli STRUMENTI, la seconda alla CREAZIONE, la terza all’ISPIRAZIONE. Vedremo come la passione può accompagnarci nella creazione di un nuovo lavoro, e in tutte le fasi della gestione. Andremo in profondità, perché è là che sono le radici di noi e di quello che facciamo.
Appassionate finalmente diventa parole. Un podcast per ispirare, accompagnare donne e uomini, che vogliono conoscere la passione e come portarla tutti i giorni con se. Oppure rispondere all’amletica domanda: perché non mi appassiona nulla?
Il podcast di Appassionate vuole alimentare anche una community, nella quale condividere le nostre voci, ma anche pubblicare i vostri esercizi creativi. Perché le parole contano e condividerle è fondamentale per conoscerci.
*Il titolo di questo post è una citazione di Goliarda Sapienza
Ti aspetto sul profilo Instagram Appassionate_europa , condividi con chi può interessato e iscriviti al gruppo Facebook per condividere gli esercizi e la tua esperienza. Iscriviti alla newsletter se vuoi ricevere in anteprima la prossima puntata.
2 commenti
Cara Filomena....grazie per i tuoi impulsi alla condivisione gentile. È sempre una bella esperienza sentire parlare le persone con la propria anima. L’anima aprendosi e manifestandosi nel suo essere individuale segna il proprio nuovo cammino ... e lascia nuovi sentieri a chi è interessato a ripercorrerli . La condivisione è la nuova chiave dell’evoluzione umana. Ma una condivisione che parte dal sentire della nostra anima e non dalla volontà razionale di ciò che ci serve. L’anima è bella è immensa ed è una meraviglia....ma che grande lavoro certosino per riconoscere ed accordarci con la parte migliore di noi.
Grazie per i tuoi impulsi amorevoli e accoglienti. Io ho frequentato il tuo corso all’altra città a Roma da Silvia Dionisi
Ti ho scritto per rinnovare la mia gratitudine
Franca Bartolomei
Grazie Franca del tuo bel messaggio. Piacere di restare in contatto.
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