Questa mattina mi sono svegliata alla 6.20 a.m. stavo sognando.
Con le mie mani nello spazio davanti ai miei occhi stavo dando forma all’aria, compattavo una sostanza simile alla materia delle nuvole e davo forma a due solidi, un cubo e una sfera.
Nel sogno come spesso succede, accadevano diverse cose ma è stato mentre ero concentrata in quella attività che mi sono svegliata. Era quella la cosa che volevo portare nel mondo della veglia. Il mio primo pensiero è stato: Dare forma all’aria, è una cosa inutile? Quindi la mia vita è inutile? (Tendo a drammatizzare) Eppure il mio stato d’animo nel sogno non era negativo. Ero diligente, continuativa e paziente, rilassata proprio grazie al lavoro che facevo. Era molto tempo che stavo lavorando e stavo chiaramente ottenendo risultati, mi sentivo appagata.
Le forme ottenute erano leggere ed etere, tanto da fluttuare nell’aria, eppure erano consistenti tanto che io potevo premere, senza toccarle, per continuare a dargli forma. Proprio come si vedeva sui libri di scienze a scuola, un gas premuto cambia stato della materia e da volatile e invisibile, diventa liquido e visibile, concreto.
In questi ultimi anni, con il mio lavoro con Appassionate, ho pensato spesso che stavo dando forma all’aria, impresa titanica e probabilmente votata all’insuccesso. Eppure ho continuato con la disperazione di chi credeva di non avere altri bivi da prendere. Era la sola cosa che potevo fare. Sono passati due anni dal giorno in cui ho messo il punto al mio libro, e tante cose sono successe e stanno succedendo.
Oggi non ho più paura e non penso più di non avere bivi, piuttosto credo che si possa scegliere creando noi stessi i bivi che vogliamo percorrere.
Certo le necessità concrete sono materiali e urgenti come sempre, e queste ci fanno preoccupare, feriscono il nostro ego, e ci obbligano a dare loro priorità se non vogliamo rinunciare ad idee che abbiamo di noi e della nostra vita. Non è facile lo so.
Appena sveglia il mio primo pensiero è stato, il sogno mi vuole dire che “quello che sto facendo è inutile”, eppure, ho pensato, nel sogno ero concentrata, focused, così ho scelto un’altra interpretazione. Ho pensato che il sogno volesse dirmi che con dedizione, continuità, e fatica potevo dare forma a ciò che non si sarebbe mai detto avesse forma, l’aria, l’idea.
L’aria non è solo fuffa, ma è anche la materia di cui sono fatti i sogni. Dare forma alle idee è il nostro destino di umani, portare in terra le idee è la nostra capacità divina.
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