C’è chi dice che la realtà la creiamo noi con la nostra immaginazione e con le nostre visualizzazioni, tu che ne pensi? Io penso che sia vero, allo stesso tempo che sia riduttivo far credere che solo pensando ad un assegno questo si materializzi sul nostro conto in banca. Cos’è che bisogna veramente sapere per avvicinarsi il più possibile a questo concetto?

Provo a raccontarti quello che ho capito io.

Visualizzare la vita la fa accadere?

Quando sogniamo, il nostro cervello non distingue tra esperienza onirica e realtà. Mentre voliamo a braccia aperte con un boa di struzzo che svolazza intorno al collo, il corpo produce esattamente tutti gli ormoni e le sensazioni che produrrebbe se stessimo volando sul serio con il vento fresco che ci scorre sul viso. Se ti è capitato lo sai anche tu. La mattina successiva ci si sveglia euforiche e leggere, con la sensazione che sarà una bella giornata.

Ecco penso che succeda più o meno una cosa simile con la vita quando la visualizziamo. Quando immaginiamo nel dettaglio chi vogliamo essere succede che sentiamo emotivamente come sarà, ed è questo sentire che ci connette a qualcosa di inspiegabile, e che ci guida nelle scelte. Non si può spiegare, come non si possono spiegare il più delle volte le coincidenze.

Mentre lasciamo che la vita accada portandoci a percorrere i suoi cammini imperscrutabili, le coincidenze sono l’indizio che tutto sta andando bene. Un po’ come la leggerezza con la quale ci si sveglia al mattino dopo aver sognato di volare ci danno la sensazione che qualcosa di giusta sta accadendo.

Le coincidenze illuminano il cammino… giusto.

Sbagliano molto quelli che considerano le coincidenze pura casualità, di questo ne sono certa. La coincidenza è la testimonianza concreta che stiamo costruendo la nostra realtà connesse con i nostri desideri.

Una volta ho letto una definizione che mi pare spieghi perfettamente cosa intendo “Le coincidenze sono lampioni che illuminano il cammino”

Ma arriviamo al punto: io credo che “fare come se fosse” nel nostro quotidiano (agendo la nostra passione, per esempio) farà produrre al nostro corpo l’energia che produrremmo facendo quella cosa. Ed è restando immerse in quella energia che produrremo nuove idee e nuove azioni ispirare dalla presenza del piacere e non più dall’esperienza della mancanza. Sono riuscita a spiegarmi?

Se vuoi approfondire si parla di tutto questo con Daniela nel 5 episodio del podcast di Appassionate. E lei mi racconta come vanno le cose nel suo viaggio di trasformazione dell’idea che l’appassiona in un nuovo lavoro.

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Ciao Filomena!