Fino a pochi giorni fa non conoscevo Giorgia Benusiglio, poi mi è capitato di ascoltare distrattamente un video in cui faccia alla telecamera, vestita solo del suo bel viso e dei sui sensi di colpa, raccontava la sua storia e il suo mestiere, che da questa è ispirato.
“Il mio lavoro è raccontare a tutti i ragazzi che devono fare della loro vita il loro capolavoro.”
Wow, ho pensato, chi è questa donna? Mi è bastato digitare il suo nome sulla tastiera per sapere purtroppo tutto.
Nella sua precedente vita, diciassette anni fa, Giorgia che oggi ha trentaquattro anni ha fatto l’errore di prendere una pastiglia di ecstasy e come conseguenza poche ore dopo, si è ritrovata in coma all’ospedale con il fegato in necrosi, in attesa di un trapianto urgente. Sono trascorsi anni difficilissimi d’allora, fino a quando, tre anni fa, ha cominciato a raccontare giornalmente, fino a sette volte a settimana, nelle scuole d’Italia la sua storia e le conseguenze assurde dell’assumere droga. “La mia passione finalmente è la vita, e l’ho fatta diventare il mio lavoro”
“Ho passato anni difficilissimi, un calvario. Mi porto dentro ancora oggi, e forse per sempre, i sensi di colpa. Ho passato momenti in cui non sentivo di meritare la vita dopo quello che avevo fatto, fino a quando ho capito che dovevo trasformare questo incubo in una cosa positiva. Altrimenti non sarei mai riuscita a spiegarmi perché fossi sopravvissuta. All’inizio, undici anni fa, è stato mio padre ad andare in giro a raccontare cosa mi era successo, poi un giorno ho deciso che era arrivato il momento di prendermi quella responsabilità sulle spalle”
Giorgia ha studiato molto per prepararsi al suo lavoro, non solo un corso di laurea in psicologia, ma tanti incontri, con decine e decine di genitori di ragazzi morti per droga. “Ho voluto respirare tutto il loro dolore, perché solo se lo senti veramente puoi raccontarlo e farlo sentire sulla pelle dei ragazzi che ascoltano. Quando sentono, come se fosse vero, il dolore assurdo che possono provocare ai loro amici e familiari, se lo ricordano e forse non lo faranno mai.”
Ascolto Giorgia guardandola sullo schermo del mio pc, è bella e delicata eppure sprigiona una gran forza con la sua voce, che mi racconta pure tutta la sua rabbia, per quello che accade tutti i giorni. “L’informazione intorno alla droga è completamente forviante. Anni fa la droga creava dipendenza e un drogato era palesemente riconoscibile, oggi non è più così; si può prendere una pasticca il fine settimana e poi svegliarsi e stare bene. Però può succedere pure che si muore. Negli spot di prevenzione si dice che la droga DANNEGGIA, ma è molto sbagliato, bisogna dire che la droga UCCIDE. I ragazzi non si fermano davanti all’ipotesi di un piccolo danno, io invece gli racconto che rischiano di perdere per sempre il piacere di vedere la neve, di innamorarsi, di realizzare i loro sogni.” Giorgia è fomentata come una lupa, e pare che ogni ragazzo sia figlio suo, li vorrebbe prendere tutti per mano, o in bocca come fa il lupo.
Ma il suo lavoro non si ferma qua.
Giorgia si sposta in macchina e sempre accompagnata dal fidanzato che con lei si è imbarcato nell’impresa, lo scorso anno ha incontrato 85mila ragazzi, e pure molti genitori. “Io sono sola e questo racconto ha senso se lo faccio io direttamente, per questo chiedo alle scuole di organizzare con tutte le classi, non solo quelli degli ultimi anni, in modo che il viaggio sia utile a tanti. Il pomeriggio poi, o la sera incontri i genitori, perché è molto importanti che i ragazzi accrescano il loro senso si sé, che imparino dentro caso che sono importanti e che le loro idee possono essere ascoltate. Ritrovarsi a tavola, e sentirsi dire cosa hai fatto a scuola? Ti hanno interrogato? Viene percepito dai ragazzi come disinteresse. Perché, si chiedono i ragazzi, non mi domandano mai cosa penso? Parlo con i genitori, perché loro possono insegnare ai loro figli che sono importanti, con i loro sentimenti, le loro idee, le loro opinioni. Un ragazzino che crede in se stesso non si annoia, non ha bisogno di sballarsi.”
Questo lavoro Giorgia se lo porta sulle spalle e sulla pelle,
“Rispondo ad almeno 30 messaggi privati al giorno. I ragazzi mi scrivono, perché hanno bisogno di esempi, perché i ragazzi a quest’età hanno solo bisogno di innamorarsi della vita.”
Realizzare queste interviste mi costa impegno e tante ore di lavoro, se vuoi sostenere Appassionate, puoi trovare il libro da regalare a te o ad un tuo amico. Diffondi la passione con me.
2 commenti
ciao Giorgia, io sono una alluna della scuola media di Bezzecca e oggi ci siamo incontrate per parlare dei pericoli della droga. Mi è piaciuto un sacco e mi sono commossa. Volevo solo dirti che sei una persona davvero speciale e sei molto coraggiosa!
Hai un coraggio che pochi hanno, vorrei averti qui per poterti parlare ancora perchè mi piaci moltissimo e io ti stimo.
Avrei voluto conoscerti meglio, ma purtroppo non ho potuto.
La tua storia è fantastica proprio come te.
Speroctu mi possa rispondere
cara Giorgia,
sono Filomena Pucci, l'autrice del ritratto di Giorgia Benusiglio che hai letto e che ti è piaciuto tanto.
Purtroppo Giorgia non legge questa mail, ma sono certa sarebbe felicissima tu le scrivessi sul suo profilo. La trovi sicuramente su facebook.
In bocca al lupo
Filomena
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