Oggi, dopo almeno un anno che ho questa storia in testa, mi metto al computer per scriverla. Sono stanca, e so che per ricaricarmi devo riconnettermi con il mio piacere, con il perché faccio questo lavoro: diffondere esempi di donne che investendo sulla loro passione hanno cambiato vita e stanno cambiando un pezzettino di mondo.

L’appassionata che racconto in questo post è Grazia Carrozzo, quarantatré anni, oggi residente in Francia, un anno fa era ancora in Belgio; tecnicamente una expat. Per anni responsabile relazioni interne filiale-casa madre per un gruppo presente in 60 paesi, Grazia un anno fa ha preso le redini del coraggio e si è lanciata senza esitazione a creare la sua impresa partendo dalla sua passione.

Vi racconto come tutto è cominciato e spero che vi appassionerete con me.

Avevo appena finito di presentare il libro; era notte ormai e nel silenzio pulito di una bella piazzetta stile liberty nel centro di Bruxelles, ci avviciniamo alla macchina. Camminavamo in punta di piedi; forse per non disturbare chi già dormiva o per nascondere ciò che stava per accadere? In quel silenzio rigoroso Grazia si avvicina la mano alla bocca e mi sussurra

“Questa cosa la posso dire solo a te: che ci faccio là dentro (indicando i palazzi delle multinazionali) da otto anni, io voglio vendere il caciocavallo!!!” Siamo entrate in macchina e non abbiamo detto più nulla, intorno a noi c’era l’energia di una diga che stava per crollare.

Pochi giorni dopo, forse dieci, camminavo per Roma mattina presto per fare delle commissioni, e ricevo un suo whatsapp “Sto andando a rassegnare le dimissioni” Aiuto! La prima cosa che ho pensato è stato di fermarla. Poi mi sono detta che iniziare una conversazione su whatsApp in quel momento poteva non essere la cosa migliore per lei; se l’avessi distratta proprio nel momento in cui trattava la sua buonuscita? Ho aspettato.

Quello che è seguito è diventa la storia di QUI Grocery, un’impresa che diffonde l’amore di Grazia per le sue origini pugliesi.

“Da anni avevo iniziato a proporre ad amici e colleghi, prodotti pugliesi che riportavo dopo ogni vacanza in Italia e che andavo personalmente a consegnare. È quello il momento più bello, raccontare cosa stanno per mangiare. Raccontare le frise come la preparava mia zia, che per quanti fossimo d’estate a correre a tavola dopo il mare, fratelli, cugini e amici la frisa c’era sempre per tutti, una specie di pane d’amore che non finiva mai.  Raccontare l’olio, e la fatica che si faceva per raccoglierlo, produrlo nasconderlo sottoterra nei frantoi ipogei per difenderlo dai briganti e riscaldarsi dal freddo inverno. Raccontare il caciocavallo fatto a mano, oggi come cento anni fa. Ogni prodotto che vendo è l’occasione per raccontare la mia terra, la mia storia, e la Puglia sconosciuta a tanti.”

Grazia in cuor suo si sente un’ambasciatrice di puglia e forse con gli anni le verrà riconosciuto questo ruolo, ma oggi deve ancora crescere.

“Certi giorni è difficile, essere imprenditrice è un concetto duro da introiettare. Non tecnicamente, i business plan non hanno segreti per me, ma culturalmente. Il vendere, il chiedere soldi in cambio per qualcosa che mi è stato insegnato a dare con gratuità e generosità, è un concetto che nella mia mente deve ancora trovare la sua declinazione. Ma quando riesco a raccontare la Puglia, mi riconnetto con quei valori, faccio pace con il mondo e mi ritrovo grata di ciò che ho ricevuto.”

Il network è fondamentale, lo sappiamo e nel caso di Qui Grocery funziona perché è sincero, appassionato, umano. Il passaparola è la più efficace delle strategie di marketing, anche se non sempre porta a casa il risultato. Grazia ride.

“Ho rassegnato le mie dimissioni il 9 dicembre, perché volevo partecipare a tutti mercati di natale dell’anno. Nel primo a cui ho partecipato, la proprietaria dell’azienda che ospitava il mercato, mi ha chiesto un cesto di prodotti pugliesi da portare al principe Laurent. Mi è venuto un colpo! Ma quando mi sono ripresa ho sinceramente sperato che il giorno dopo mi arrivasse un ordine dalla casa reale. Te l’immagini!?” Invece non è successo, però forse quella sera a palazzo reale hanno mangiato pugliese!”

Grazia è simpatica, seppure introversa e modesta, ma la frezza bianca che le corona la testa dice di lei più cose di quante lei vorrebbe raccontare.

“Se dovessi ricominciare da capo, agirei con meno impulsività, ma rifarei tutto uguale. La soddisfazione di svegliarmi la mattina qui in Francia e chiamare la signora del forno del mio paese e ordinare i taralli le frise per il prossimo invio, mi consola del disappunto dei miei genitori per esempio. Il piacere di ricordare il sapore delle mandorle che metteva a cuocere nel forno per profumare il pane, e che riempiva di odore buono il locale e la strada, è più forte di un assegno che per ora non ricevo. Eppure ci trovo molta umanità nel condividere la mia esperienza diretta con chi incuriosito si avvicina a conoscere la Puglia. Certo devo molto lavorare ancora, una persona si è stupito quando gli ho detto che i prodotti venivano dalla Puglia, credeva, mi ha detto, che quella regione fosse selvaggia e disabitata.”

Ecco sì, dovrà lavorare molto Grazia, sicuramente, ma ha le radici solide degli ulivi e riuscirà nella sua impresa. Io glielo auguro.

“Sì, ci ho messo tanto a decidermi, ma mi sono sempre ascoltata. Abbiamo già la nostra storia scritta dentro. Si può essere felici lavorando, se il lavoro che l’uomo fa nobilita la sua anima. Ecco io credo che tutti meritiamo questo diritto. Tutti abbiamo diritto ad essere visti nella nostra bellezza.”

 

Realizzare queste interviste mi costa impegno e tante ore di lavoro, se vuoi sostenere Appassionate, puoi trovare il libro da regalare a te o ad un tuo amico. Se vuoi essere informato sulle nuove interviste puoi iscriverti alla newsletter, oppure leggere i miei post quotidiani sulla pagina facebook. Diffondi la Passione con me.

Filomena