Avevo cominciato alcuni giorni fa a scrivere questo pezzo, ma mi è bastato rileggere il titolo “La solitudine di questi giorni, la paura di sempre” per decidere di autocensurarmi; chiaramente il mio umore meritava di essere consolato anziché sbandierato, così ho chiuso il file. In questi mesi strani che stiamo vivendo si sono scatenate le produzioni di contenuti, in tantissimi hanno aperto i loro spazi e deciso di esserci, in qualsiasi forma “Ti racconto un libro mentre faccio la pizza” “Ti faccio una consulenza mentre mi mostri il tuo armadio” “Ti insegno il senso della vita. Punto”.
“Ma se tutti fate le dirette, ste dirette chi le guarda? (Cit.)”
Io assecondando la mia pigrizia negli ultimi due mesi me ne sono stata zitta, il che non vuol dire che non abbia fatto cose. Per esempio da quarantasette giorni pratico yoga e meditazione tutte le mattine o pomeriggio (secondo i turni di lavoro della mia amica che insegna yoga ma lavora nella redazione di un tg)
Ho progettato e realizzato una serie di video su storie che ispirano l’anima per una grande un’azienda, rimbalzando file tra Italia, Svezia, Francia, dove vivono la montatrice, il pianista e l’operatore. Lavoro fichissimo!
O ancora, nei due mesi di confinement (come si dice qua – Francia), ho allenato la vista impegnandomi a guardare in maniere nuova ciò che vedevo tutti i giorni.
La prima conseguenza della mia vista acuta è stata l’espansione dello spazio dentro casa; mi pare sia raddoppiato.
Vedere gli stessi metri quadrati, sempre gli stessi ogni giorno, paradossalmente li ha ampliati. Ogni angolo è diventato interessante per sistemarci un quadro, un vaso, una poltrona. Sono nati l’angolo yoga, l’angolo lettura… (Ora sono alla ricerca dell’angolo ceramica). Si rinnova lo spazio intorno a me, anziché ridursi. Si consolidano le attività che mi appassionano (lo yoga, la ceramica, la scrittura) anziché frammentarsi in mille nuovi interessi. Le mie passeggiate sul fiume diventano immersioni silenti nella bellezza, senza alcuna voglia di fotografarla, portarla a casa, raccontarla. L’istante diventa il solo tempo.
La stesso fenomeno di vista acuta e tempo densificato mi ha portato a notare un piccolo dettaglio del mio lui che non avevo veramente focalizzato. Non mi era sfuggito totalmente ma non l’avevo capito fino in fondo.
In questi due mesi di vicinanza continuata ho visto e rivisto un gioco che fa con gli occhi e che certe volte avevo preso per distrazione, noia, altre volte per timidezza. Ora ho compreso che non c’è niente di casuale, come mi pareva, anzi tutt’altro, capita sempre per la stessa ragione. Accade sempre e solo quando si emoziona, quando dentro gli passa l’elettricità forte dell’amore, della gioia, della beatitudine allora lui per un attimo stacca gli occhi dai miei, come se facesse un sospiro col cuore.
Osservandolo poi, con la continuità che possono produrre tre pranzi/cene/colazioni al giorno, senza la distrazione di altre persone, di altri volti, ho notato il dettaglio per me veramente prezioso. Questo veloce slittamento degli occhi non avviene quando lui riceve un complimento, bensì quando lui pensa un complimento, un’avance, una frase d’amore. A me pare bellissimo essere riuscita a vedere questa cosa. Conoscendomi mi ci sarebbero voluti forse altri tre anni. Così mi pare che il tempo sia diventato più denso, più spesso, come se ogni episodio valesse dieci.
Da marzo a maggio del 2020 il mio tempo si è addensato, la mia vista si è acuita. Le cose di tutti i giorni hanno cominciato a raccontarmi altre storie, nuove forse, o vecchie che credevo passate, oppure possibili ma che non si erano mai mostrate, o addirittura incredibili e che non accadranno più. Storie che non riuscivo a vedere bene, anche se stavano davanti al naso, storie che una volta viste resteranno solo un’eco nei cunicoli della mente. Perciò voglio scriverle, per ricordarmi che nel 2020, nei mesi della vista acuta, mi è successo di vedere oltre l’apparenza, oltre al giudizio e le abitudini.
Ho visto la luce del sole riverberare l’argento del fiume e mi è parso un film.
Ho visto il gatto acchiappare una mosca.
Ho visto quanta attenzione ci vuole per meditare, che è proprio il contrario del lasciare andare.
Ho visto la forza che dà la continuità.
Ho visto le prime rughe sulle mie mani.
Ho visto che le piante preferiscono salire fino a trovare il sole prima di fiorire, e se non ci arrivano non fiorisco, ma al sole non rinunciano.
Ho visto mia madre chiamarmi in video sul cell (una volta).
Ho visto i falchi volare in città.
Ho visto il pane lievitare nel forno in cucina.
Ho visto un uomo che dorme e mangia da mesi in macchina, fare la differenziata.
Ho visto la fila per entrare al mercato e un poliziotto dare l’accesso.
Ho visto la vicina affacciarsi al balcone.
Ho visto in un giorno un albero ricoprirsi di foglie.
…
“Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare” diceva Rutger Hauer in Blade Runner, forse è arrivato il tempo per noi umani di dire ciò che vediamo.
Tu cosa hai visto che non ti era ancora capitato di vedere prima?
1 commento
Merci
Lascia un commento