In queste ultime settimane (mese) sono stata un po’ latitante.
Gli andirivieini tra la Francia e l’Italia mi richiedono tempo ed energie, e dopo aver preso negli ultimi due anni almeno due aerei al mese (non lo dite a Greta) mi domando come fanno quelli che ne prendono due a settimana, o addirittura due al giorno. Le mie cellule non ce la fanno proprio, credo ci mettano un po’ più di me per atterrare e ancora un altro po’ per ricomporsi intorno al mio corpo. Non parliamo dell’anima.
E poi c’è l’inverno, che qui a Cahors (200 km dai Pirenei) più che a Roma invita al divano o a lunghe camminate nei boschi. Infine, c’è che ho iniziato un lavoro che richiede tutta la mia concentrazione (che non ti posso anticipare proprio perché tutto deve restare concentrato e invece quando di una cosa ne parli troppo, il cervello s’illude che tu l’abbia già fatta). Tutto questo però non mi impedisce di pensare quasi quotidianamente al tema della libertà e l’identità, che avrai notato ritorna spesso nel mio blog.

Sarò sintetica, perché voglio arrivare al punto.
Sai che lavoro faccio, racconto storie, che ispirino chi le legge, perché sono vere e fanno immedesimare. Proprio verità è la parola chiave di questo pezzo.
Cito dal dizionario Verità: Rispondenza piena e assoluta con la realtà effettiva. Quindi possiamo dire che La verità è realtà effettiva +  come io reagisco a questo. Sei d’accordo?

Posso reagire alla realtà con un dialogo interiore, con azione quotidiane, oppure ignorandola. A volte però sto zitta  per un po’, e allora sta zitta pure lei. Finché mi pare che tutto taccia. E io in mezzo a tutto quel silenzio ho l’impressione che nulla accada. Che nulla accada mi spaventa, quindi visto che ho paura faccio pensieri sbagliati come per esempio che non sarò in grado di approfittare a pieno della vita, o peggio che la vita sia banale. Hai già capito dove voglio arrivare vero?
La realtà effettiva ha bisogno della nostra voce per dire la sua.
La realtà ha  bisogno delle nostre SCELTE PER ESISTERE.

Succede e non è un peccato mortale, che a volte non mi piaccia stare nella realtà effettiva, allora mi allontano e stacco i piedi da terra. Non credere che sia solo avere la testa tra le nuvole il modo di scappare dalla realtà.  Pure avere troppo lavoro o un marito che non ti aiuta a casa è un modo di scappare dalla realtà. Considerare i figli la tua priorità è un modo di scappare dalla tua realtà. Condividere le tue passioni con genitori che non rilanciano mai il tuo entusiasmo è un modo di scappare dalla tua realtà. Se andiamo più in profondità, possiamo scoprire che la nostra realtà effettiva, è quella più intima, quella che vediamo solo noi.  Succede di divagare, anni, decenni (io mi sono svegliata a 40 anni), ma ad un certo punto amica mia ti tocca tornare a casa.  (Hai letto Donne che corrono con i lupi,vero?) rimboccarsi le maniche e cominciare a dialogare con la propria realtà, intima profonda e solitaria. Cominciare a dire IO SONO QUA realtà effettiva cosa vogliamo fare?

La tua realtà infatti non è per niente quello che fai tutti i giorno ma quello che ti piace fare. È con quella realtà che devi parlare, è quella realtà che devi scegliere.

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Se invece lo hai letto considera la possibilità di regalarlo, poi visto che tra poco è Natale, scegliere di regalarlo ai tuoi amici, ai tuoi figli, nipoti, vicini di casa. Ma pure di regalarne alcune copie ad un’associazione o alla biblioteca del tuo quartiere o paese. La passione va diffusa, alimentata e osservata. Impariamo che le nostre azioni attivano energia, e pure se non sembra che abbiano delle ricadute immediate su di noi, trasformano la realtà in cui siamo dentro.
Ogni giorno regala la Passione! La Passione diventerà la tua realtà.

Filomena Pucci