“Il 14 luglio del 2016 il capo ci ha riuniti ed ha annunciato la chiusura del ramo d’azienda in cui lavoravamo io e la mia squadra. A me affida un nuovo incarico, stesso stipendio importante e licenzia tutti gli altri. Me lo ricorderò per sempre, la mia personale presa della Bastiglia. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, che si fa ora? sembravano chiedermi.”

Manuela Benedetti ha trentatre anni, e a settembre 2016, con Blife la sua azienda appena nata, ha emesso la prima fattura.

“Ho pensato per quindici giorni solo a quello. Non era giusto quel disastro, tanto più che io credevo molto nel ramo d’azienda che stavano chiudendo. Così il primo agosto ho rassegnato le mie dimissioni e cominciato a muovermi per far sì che la nuova azienda fosse aperta per settembre quando, i clienti avrebbero ricominciato a fare ordini.”

Otto persone lavorano con lei, compresa sua sorella Valentina che insieme ad Alessia Testa è anche socia. “E’ stata un’avventura epica” racconta Manuela, che si sente dalla voce ha l’energia di un gigante, anche se è una ragazza giovane e mingherlina.

“Abbiamo costruito un’impresa in un mese, affittato il magazzino e gli uffici, comprato il furgone, il tutto cercando di mantenere i costi bassissimi; avevamo solo i nostri risparmi da investire. Eppure nella follia di quei giorni tutto sembrava incastrarsi alla perfezione.”

Così è stato considerando che Blife che distribuisce a domicilio prodotti biologici, a sei mesi dalla partenza ha un bilancio totalmente in attivo e prevedono chiuderà l’anno un soddisfacente fatturato.

“Credo nel biologico” continua Manuela, “perché in anni di attività con l’export mi sono resa conto che all’estero se ne vende molto di più, qui da noi è ancora una questione di educazione al nutrimento.”

“Vogliamo riuscire anche in quest’obbiettivo: educare all’alimentazione consapevole. Che non vuol dire solo mangiare verdure, ma sapere che sono cresciute con rispetto e senza nessuna manipolazione. Io non sono un’estremista, allo stesso tempo il mio biologico è molto sentito, non è marketing imparato all’università, ma è costruito sull’esperienza.”

La loro sede è a Viterbo, ma consegnano su Roma appoggiandosi ad una cooperativa che utilizza biciclette elettriche. “Tutto quello che facciamo ha l’intento, non solo di vendere, ma di dare l’esempio. Prossimamente apriremo un punto vendita, fornito di touch screen per scoprire la provenienza di ogni prodotto.”

Manuela è sinceramente focalizzata sul senso del suo lavoro e della sua azienda. “Ci concentriamo sul consumatore finale, e non sull’export. Seleziono personalmente i produttori locali, per me è una ragione di vita quella di distribuire cibi buoni. E’ un continuo lavoro di ricerca e sviluppo, facciamo anche prodotti a marca con il tentativo di accogliere i bisogni specifici dei clienti. Abbiamo bisogno di nutrirci bene, in tutti i sensi.

“Chi produce biologico vero ha lo mia stessa esigenza di arrivare alle persone che ne hanno bisogno e che sappiano apprezzarlo, perchè risparmiare non ha senso se è per non-nutrirci. La nostra vita sono anche le scelte che facciamo e credo che il mio lavoro e quello delle persone che lavorano con me voglia testimoniare l’importanza di questi valori.”

Sorride e quasi si commuove a raccontare che tra le persone ormai fidelizzate c’è una vecchietta che una volta fatta la spesa aspetta il bus fuori dall’azienda. “L’altro giorno uno dei nostri le ha dato un passaggio con il furgone, perchè ormai è una dei nostri. E poi così si sente forse meno sola. Ecco il biologico è anceh questo, nutrire l’anima non solo la bocca.”

Manuela è energia e buonsenso fusi insieme, si sente la responsabilità per il lavoro e per le persone che sono nella sua azienda, “Devo sempre muovermi in sicurezza, devo sentire che ogni mossa nuova è quella giusta, per questo ci penso molto.” Allo stesso tempo incarna la visione

“Voglio educare al nutrimento. Facciamo consegne a domicilio anche per trenta euro, che poi in tasca ne restano cinque, ma fidelizziamo il cuore delle persone, perché si sentono trattate bene. E stiamo diventando un punto di riferimento anche di chi ha bisogno di verificare il cibo per la propria salute. Abbiamo tutti bisogno di più cura, e io con Blife io voglio avere cura della vita.”

Manuela vuole crescere non solo per poter garantire a sè e alle persone che lavorano con lei la sicurezza del lavoro, ma anche per collaborare a cambaire il mondo, “Il biologico in Italia è come un movimento, tante persone che in un modo o nell’altro vogliono prendersi cura del mondo e di se stessi.”

 

Articolo pubblicato anche su Corriere.it – La Nuvola del Lavoro