Che tutto fosse scritto nel destino Nadia forse lo sapeva da sempre, ma ci ha messo un poco per crederci e buttarsi a mani basse nella vita che ha sempre immaginato per sé.

Nadia Pitto dal 2016 ha trasformato il suo orticello in Fiores, azienda di coltivazione di fiori per la produzione di tisane, spezie e cereali.“Era solamente un bell’hobby che coltivavo dietro casa, per avere i prodotti per noi. Io infatti lavoravo nell’amministrazione del comune dal 2004. Praticamente da sempre.”

Ascolto Nadia mentre la vedo aggirarsi per casa, fa le pulizie. “Scusami, c’è una persona che è venuta ad aiutarmi, e se non approfitto adesso non le faccio più” Io sorrido un po’ perplessa e mi rendo conto che una donna imprenditrice, madre di tre figli, non può chiudersi in una stanza come faccio io, per fare un’intervista. Almeno non lei.

“Con la nascita del secondo figlio mi sono resa conto che non sarebbe stato facile continuare il mio lavoro, quando poi ho chiesto il part time e mi è stato negato, allora ho usato l’energia di quel disappunto per lanciarmi, a fare quello che volevo fare da sempre.

Nadia è laureata in architettura “Mio padre ha uno studio d’ingegneria, pensavo fosse un lavoro utile”. Ha studiato a Berlino “Lo sapevo già probabilmente che il tedesco mi sarebbe servito.” È ligure ma vive in Val di Fassa, “Ci venivo da ragazzina in vacanza, avrei voluto vivere qua fin d’allora.” E dopo la laurea si è innamorata di un ragazzo locale. “Probabilmente mi serviva una scusa concreta per decidere di non tornare più a Genova.”

È sempre così la vita, ci dice le cose nella maniera che possiamo riconoscere. Non è vero forse per tutti noi? A Nadia nel 2014 ha detto chiaro che era arrivato il momento di fare una cosa che fosse tutta sua.

“I fiori hanno sempre fatto parte della mia storia, la nonna era un’appassionata e coltivando il mio orticello mi era successo spesso di ricontattare quel piacere. La soddisfazione di fare una cosa che fosse giusta per tante ragioni, la natura, la salute, la bellezza. E capitava spesso che mi sentissi felice, oltre che stanca.”

Acqua e sapone, con le labbra strinate dal vento, capelli arruffati, Nadia è bella di felicità. Continuo a seguirla mentre fa le faccende di casa e ci addentriamo in discorsi che meriterebbero una colonna sonora.

“Nel 2004 è morto mio nonno, e proprio nello stesso anno ho conosciuto Carletto. È un profondo conoscitore delle piante della valle, un anziano raccoglitore che conoscendo la mia passione, spesso passava a casa e mi portava delle piante da conoscere. Mi ha spiegato tanto, dato molti consigli, mi ha portato a passeggiare per insegnarmi a raccogliere. Ero triste per la morte di mio nonno ma ho da subito pensato che la vita mi avesse mandato Carlo per continuare ad accompagnarmi.”

La sincronia degli eventi della vita che a molti possono sembrare casuali o miracolosi, sono molto più conseguenza della nostra focalizzazione e della nostra intima volontà, che non del caso. Sapere cosa ci piace ci aiuta ad andare nella direzione della sua realizzazione. Così come racconta Nadia, che dal 2014 finalmente ha ingrandito il suo orticello.

“Adesso coltivo 6mila metri di piante officinali e di fiori, che curo personalmente, dalla raccolta alla trasformazione. Qui la stagione è corta, da maggio a settembre, quindi devo fare in fretta, in quei mesi non mi riposo mai. Sono io stessa poi che vendo ai mercatini e che racconto durante visite guidate gratuite al campo, i fiori e le loro proprietà.”

In due anni Nadia è arrivata a produrre il fatturato necessario per garantirsi lo stipendio che aveva quando lavorava in ufficio. Un traguardo importante per avere la conferma che aveva fatto la scelta giusta.  “Vivo in una valle turistica, ci sono molte occasioni per organizzare mercati e vendite, i clienti vengono da me. Quello che ultimamente mi sta molto motivando è che molti ritornano e che spesso inviano persone o comprano per altre persone con cui si sono fatti garanti della qualità. Ecco questo credo sia una conferma molto affidabile della qualità e del metodo. Non credo per esempio nella grande distribuzione, perché solo nel piccolo si curano i dettagli e si dà credito all’impegno personale.”

Certo Nadia è stata fortunata, o semplicemente il posto in cui si è trovata l’ha aiutata ad elaborare il taglio giusto da dare alla sua produzione e alla sua vendita. Ma vale pure il movimento contrario. Non sempre dobbiamo cambiare il luogo in ci troviamo per fare quello che ci piace, a volte possiamo interpretare il luogo e da lì partire per declinare la nostra idea. 

“Adesso vorrei puntare all’internazionale, abbiamo sviluppato un bel progetto, DolimiTeas; mi piacerebbe portare le mie tisane nei Paesi Arabi, lì consumano molte bevande calde, malgrado le temperature. Ma per ora, chi si occupa di sostegno all’export dice che sono troppo piccola. A me non sembra.” Non ha smesso un attimo di fare le pulizie di case mentre con il suo racconto mi ha fatto fare il viaggio di creazione della sua impresa, dalle origini e dove arriverà. Dal passato al futuro, come se fosse una favola.

“Penso sempre che quando è il momento la cosa giusta arriverà.”

E io ne sono certa come te, che Nadia nei Paesi Arabi ci arriverà, perché al futuro bisogna andargli incontro.

Incontrerò Nadia, il 28 gennaio presso Accademia d’Impresa a Trento, nell’ambito del workshop “Fare impresa al femminile: tra casa e lavoro”

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Filomena