“Sono sempre stata una indipendente, i miei capi hanno sempre dovuto dimostrarmi il motivo per il quale avrei dovuto restare a lavorare per loro.”

Inizia così la mia intervista con Riccarda Zezza, l’imprenditrice che ha creato il suo lavoro sul talento della maternità, e la cui impresa si chiama proprio Maam, Maternity as a master, ovvero la maternità come un master.

“Dopo essere rimasta incinta la prima volta mi aveva stupito notare come i miei capi, ma anche le persone intorno a me, si aspettassero che dopo il parto sarei stata meno presente, che avrei ridimensionato il mio impegno lavorativo per dedicarmi al pargolo. In quel caso avevo pensato che dipendesse dall’azienda e non che fosse un pensiero scontato ovunque. Nel frattempo ho cambiato società e ho avuto una seconda gravidanza. Ma ancora una volta ho riscontrato la stessa reazione e a quel punto che ho preso atto della situazione: il mondo stava perdendo una grande occasione.”

Nel 2012 Riccarda crea PianoC, un coworking per donne e mamme, un progetto che l’aveva entusiasmata ma che, già l’estate dello stesso anno, aveva capito non avrebbe funzionato. “Ero al convegno dei Giovani Imprenditori, ero stata ben accolta ma la percezione era che quel progetto non avrebbe mai fatto la differenza. Tutti sembravano dire “Sì, bellino, ma l’impresa si fonda su altro.” A quel punto sente che deve spingere la sua intuizione più avanti.

Sapeva, come sanno tutte le mamme che la maternità è un periodo intenso, in cui si impara molto di sé e dell’altro, allo stesso tempo sapeva quanto la percezione della maternità come vincolo influenzasse le persone intorno, sul lavoro per esempio, ma pure le donne stesse.

“Il concetto che sfuggiva ai più era che la cura degli altri sviluppa competenze, ai miei occhi era una la ricchezza dissipata.”

A quel punto Riccarda capisce che bisognava dire in maniera credibile e strutturata, senza mezze misure che la maternità era un valore addirittura economico. E non solo perché si risparmia sulla babysitter!

Con questo scatto di consapevolezza coincide l’accettazione del fallimento: il suo Piano C non sarebbe mai diventato una srl, né avrebbe mai prodotto il cambiamento che desiderava. Ma il fallimento è propedeutico al passo giusto, bisogna sbagliare prima di fare bene. E così che ancora una volta Riccarda si rimbocca le maniche e prima di cercare nuovi finanziamenti, passa tutto il 2013 a riflettere sul valore della maternità, a studiare, fare ricerca, a leggere tutto quello che esisteva sull’argomento, ovvero come la cura degli altri sia un valore.

“Il neonato, è il solo cucciolo tra tutte le specie che esistono sul pianeta terra ad aver bisogno di cura per molti anni. Il cucciolo di cane, per esempio, ad un anno è definito adulto. L’essere umano invece anche dopo essere cresciuto, ha bisogno di cure; la verità è che la cura una capacità essenziale della nostra specie.”

La cura è condivisibile da tutti a qualsiasi latitudine si sia nati, è come un linguaggio che passa attraverso l’empatia. E proprio con questa idea in testa dopo un anno di studio Riccarda pubblica il libro Maam, che contiene il risultato delle su ricerche.

“Ho sempre pensato che chi soffre di meno nella vita ha il dovere di urlare di più, anche per chi non può farlo. E l’atteggiamento che tante devono subire nei periodo della maternità è frustrante e ingiustamente avvilente. Con Maam ho voluto alleviare questa frustrazione e addirittura esaltare la potenza della donna che ha vissuto la gravidanza. Siamo preziose e dobbiamo saperlo.”

Oggi Maam è un master da fare on line, prima durante e dopo la maternità, che permette alle future mamme di prendere consapevolezza che competenze come l’ascolto, la presenza, la dedizione, la disponibilità, la capacità di moderare conflitti, e le tante altre capacità che si mettono in atto per curare un bebè, sono  un valore aggiunto da portare nel lavoro. E’ un progetto che Riccarda e la sua equipe propongono alle società e che fino ad oggi è stato adottato da 15 aziende.

La passione non è solo individualista, lo stiamo imparando, anzi spesso è votata a migliorare il mondo che ci circonda. Perché se è vero che ciò che ci piace è quello che sappiamo fare meglio, è anche vero che quello che facciamo parla di noi e dei nostri valori, per questo raccontiamo le imprese al femminile e il modo in cui le donne lavorano, perché sono senza dubbio la vera possibilità di cambiamento per il futuro.