Chi vuoi essere da grande?

Tra le tantissime cose che Appassionate mi ha portato a fare, c’è stata anche una collaborazione con l’Università per stranieri di Roma. Avevano amato il libro e mi proposero di accompagnare per un paio di mesi una stagista, che mi avrebbe seguito nella comunicazione e nella traduzione del libro in inglese. È stata una bellissima esperienza, amava leggere le pagine di Appassionate e proiettarsi nella sua vita.

Un pomeriggio passeggiando per via dei Coronari con Jessica, ci siamo infilate in uno dei maestosi portoni per sbirciare il cortile di quel meraviglioso palazzo. E lì tra una risata e un’altra lei è scoppiata a piangere. “Nessuno mi ha mai chiesto cosa che mi piace fare.” Io l’ho guardata muta. “A casa, a scuola, all’università ci stressano tantissimo per farci definire il lavoro che vogliamo fare, ma come faccio a sapere in anticipo come mi sentirò nel fare una cosa oppure un’altra se non provo? Come posso scegliere prima di sapere se mi piace?” Per quanto latente, il mio istinto materno mi ha comunque suggerito di portare Jessica a prendere un gelato e proporle di sederci sul Tevere. Lì l’ho rassicurata, se avesse provato ad avere fiducia in sé sarebbe riuscita a non farsi troppo sballottolare dalle chiacchiere e le spinte che agivano intorno a lei. Le ho detto che non era un caso se aveva fatto quello strano stage a Roma, e che forse l’esperienza di vita che non le facevano fare a casa era venuta a cercarsela a Roma. Ha funzionato, oggi fa uno stranissimo lavoro ma le piace.

Insieme al lavoro scegli la vita che vuoi fare.

Io penso che sarebbe giusto fin da piccoli invitare i ragazzi a farsi le domande fondamentali, tipo: Che vita vuoi vivere? Che caratteristiche devono esserci perché tu ti senta sicuro, curioso e sereno? Ma se da adolescente non ti hanno fatto queste domande puoi sempre fartele adesso da adulta.

Saper per esempio che se si vuole aprire una startup bisogna lavorare 20 ore al giorno, dormire spesso in ufficio (molto spesso) e non fare vacanze per anni, forse non va di pari passo con il piacere che si prova di nuotare al mare la mattina, leggere un’ora al giorno, cucinare una buona cenetta. Sono considerazioni che hanno un peso, molto più pesante di un immaginario pieno di dollari o lavori dall’apparenza fichissima.

Ora nel precedente episodio abbia raccontato la differenza tra desiderio e dovere, quindi adesso sai che il desiderio si compone di tante sfaccettature che ti parlano di te.  Un lavoro e i soldi che ne derivano possono essere una di queste sfaccettature, oppure la sola. Scegli bene, scegli lo stile di vita e comincia desiderare un lavoro che tenga tutto insieme.

Credo che bisognerebbe dedicare ugual tempo per imparare un lavoro, e immaginare che vita fare. Anche se per fare questa seconda cosa tu debba passare del tempo in silenzio seduti sotto un albero.

Hai ascoltato le altre puntante? ecco la seconda, fammi sapere cosa ne pensi, per me è importante.

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Ciao Filomena!