“Io ero una bambina senza pelle. Delicata, sensibile, empatica alla quale però bastava ricevere uno sguardo aggressivo o solo distratto per sentirsi ferita. La mia pelle psichica era molto sottile, delicata, solo crescendo sono riuscita a tirar fuori il drago che era in me.”
Non avevo mai sentito questa definizione, ma una volta ascoltata mi sono riconosciuta subito nella definizione. Chissà a quanti di voi succederà lo stesso. “I bambini senza pelle – così continua a chiamarli Silvia – ai miei tempi erano pochi, oggi invece sono molti, moltissimi, sono la maggioranza, per questo conoscendo così bene quello stato di cose ho deciso di voler fare qualcosa per tutti loro, che agli occhi delle scuole e spesso dei genitori sono considerati ragazzi con dei problemi.”
Silvia Pagani è uno psicologa, e da più di trent’anni lavora con i ragazzi, prima con quelli caduti nelle dipendenza delle droghe, e poi con i tanti che a scuola non riescono ad inserirsi. “Sono i ragazzi che spesso vengono diagnosticati come iperattivi, o al contrario depressi o asociali. Ma anche quelli che non si concentrano, o che semplicemente a scuola sembrano andar male in tutte le materie. Ma non è colpa loro, anzi loro sono preziosissimi e meravigliosi. E’ la scuola che non è fatta più per i ragazzi, per nessuno ragazzino del 2017.”
Silvia è meravigliosa, acuta e carica di energia. Ha creato a Milano la prima non-scuola del mondo.
“ARTADEMIA è una alternativa alla scuola superiore. L’obiettivo non è ottenere un titolo, ma nutrire la passione, la cultura, la conoscenza e la curiosità, la relazione e la capacità di collaborare. Non esistono materie, perché la vita comprende ben più materie di quelle che la scuola generalmente propone. Esistono situazioni che incuriosiscono, che richiedono una comprensione e che quindi divengono la base da cui partire per approfondire in modo trasversale. Non esistono aule, ma aria aperta, città, boschi, strade, musei, teatri, parchi, una ‘casa’ da dove partire e dove rientrare, dove cucinare o guardare un film. Non esistono professori, ma adulti che amano, appassionati, curiosi, disposti a mettersi in gioco senza perdere autorevolezza.”
L’ascolto e prendo veloce appunti, non vorrei perdere nemmeno una parola, al contempo vorrei solo ascoltarla e farmi trasportare dalla sua visione. Non è la prima volta che sento parlare di scuole alternative, lo stanno facendo con successo gli amici de L’asilo nel bosco, a Roma, e stanno organizzandosi per la scuola del fare gli amici del Centro Panta Rei, in Umbria, ma quello che in tre anni ha realizzato Silvia è affascinante, perché già totalmente inserito nel contesto sociale che abitiamo.
“Ci sono novecento università nel mondo, compresa Harvard, dove per entrare non è necessario il diploma di scuola superiore, si entra con test d’ingresso. I ragazzi che frequentano da noi hanno tutte le possibilità che hanno i loro coetanei di tutto il mondo. Anzi forse di più, perché dopo cinque anni in cui si fanno pratica di fotografia o di pronto soccorso, di teatro come di cucina, di hacking o di educazione al risparmio tutti i ragazzi possono scegliere di essere avviati al lavoro, consapevoli e capaci di fare quello che hanno scoperto più gli piace.”
La non-scuola di Silvia ha come asse portante la passione, quella che accende gli animi e motiva la curiosità e l’impegno. “L’idea me l’hanno suggerita i ragazzi che seguivo. La loro demotivazione, il loro non credere ai sogni e al futuro è uno spreco umanamente ingiusto. La loro paura delle relazioni, il loro essere abituati a stare soli, ci dice molto, più del loro specifico disagio, ci racconta invece che la scuola non soddisfa più i loro bisogni.”
Silvia nella nostra intervista fiume mi spiega come la scuola, quella che siamo abituati a conoscere, è nata subito dopo la Rivoluziona Industriale, quando il mondo viveva molta della propria vita immerso nel fare, i mestieri erano manuali, il rapporto con la campagna e l’aria aperta era quotidiano, i cibi erano fatti in casa come i vestiti. Insomma in un mondo materiale introdurre le nozioni intellettuali ha portato ad un miglioramento sorprendente, ma oggi stiamo vivendo la situazione diametralmente opposta. “I ragazzi sono iperintellettualizzati, usano il pensiero costantemente, con i social poi è tutto silenzioso pensiero. Oggi i ragazzi non reggono le emozioni, come non reggono nessun tipo di frustrazione, nemmeno quella di non riuscire a fare una cosa, sentendosi subito dei falliti. Non c’è rapporto fisico, se non quello con gli sport che sono più un dovere che uno spontaneo vivere il corpo. I ragazzi hanno bisogno di riscoprire il corpo e con quello scoprire il mondo. Ecco il perché della nostra non-scuola.”
Tre anni fa, quando hanno cominciato c’erano due ragazzi iscritti, uno di quattordici e l’altro di venti. Oggi hanno una classe di sedici ragazzi, e per il prossimo settembre c’è una lunga fila d’attesa.
“Anche i più piccoli verranno inseriti, considerando l’abbandono scolastico dei bambini delle elementari è urgente aprire anche a loro. Quando arrivano, adolescenti come bambini, sono “abbacchiati” profondamente demotivati, dopo una settimana già ricominciano a sorridere.
Silvia con la sua criniera, è una vero leonessa. Ogni bambino è un suo cucciolo, senza nessun tipo di preferenza. “Sì dobbiamo innamorarci di ognuno di loro, hanno bisogno di amore, come pure i genitori che in questa fase storica della nostra società hanno molti più problemi ad educare un bambino, di un tempo. E’ necessario fare rete e raccontare che non sono un’eccezione, ma che il mondo è evoluto, e anche la scuola deve evolvere. I loro figli, proprio così come sono, sono il futuro, sta a noi comprendere che futuro ci stanno raccontando.”
Io vorrei continuare ad ascoltare, ma un treno mi aspetta. Ma l’ammiro enormemente, e glielo dico. La sua non-scuola è una splendida dimostrazione che il lavoro, come un’impresa non si creano più sulla produzione di cose, ma fondamentalmente sulla proposta di servizi che hanno l’uomo al centro. Silvia come tante altre Appassionate, mi ha ricordato che è il senso di ciò che facciamo la materia prima con cui realizziamo il nostro prodotto. Sono sempre più fiduciosa, il mondo in tanti e diversi modi, sta andando nella direzione della passione. La passione per la vita.
17 commenti
Comunicare ai nostri figli che c'è qualcosa per cui vale la peba vivere!!!
si, vale per tutti...anche per noi.
un abbraccio
filomena
...Mi piacerebbe poter collaborare...
cara trovi il link alla scuola di Silvia nell'articolo.
in bocca al lupo
filomena
Straordinaria descrizione,parole che descrivono benissimo mio figlio...ma per noi che abitiamo in Veneto,che possibilità ci potrebbero essere?Grazie,di cuore.Sara
cara Sara,
nell'articolo trovi il link alla scuola di silvia, contattala forse potrà aiutarti.
un abbraccio
filomena
Come posso contattare Silvia? Ho un figlio di 19 anni così... avrei bisogno di aiuto.
cara Lucia,
nel mio articolo c'è il link della scuola di Silvia. lì trovi sicuramente tutti i contatti.
in bocca al pupo
filomena
Mi piace molto mi risuona dovunque. Sono mamma di due bimbe e da poco ho intrapreso il nn facile percorso dell educazione parentale. Siamo un bel gruppetto a Verona e mi piacerebbe fare uno scambio nutriente di parole. Grazie
Cara Giorgia, grazie del tuo messaggio. Trovi la scuola di Silvia nel link inserito nel pezzo...in bocca al lupo e buona creazione
filomena
Fantastica. Complimenti. Ci sono tanti bambini e ragazzi 'senza pelle', da molto tempo. Cercherò più informazioni su questo progetto e, se possibile, cerchiamo di crearne altri. Grazie.
Grande Daniela. io scrivo con l'intento di diffondere esempi, impariamo da quello che fanno le persone intorno a noi e ispiriamo il nostro coraggio. in bocca al lupo. filomena
Sono un' insegnante di sostegno, ma leggere questo articolo, ha risvegliato la ex alunna che è in me e che, a quel tempo, avrebbe avuto tanto bisogno di una "non scuola". Oggi Un po' l'ho trovata, proprio con i miei alunni speciali, ma mi sarebbe piaciuto vivere meglio da alunna..
Grazie del tuo commento Mariella. e' così spesso la vita ci porta a dare il meglio in quello che non abbiamo ricevuto.
ti abbraccio forte
filomena
Mamma mia, questo è il percorso giusto per mio figlio, fa la 4' elementare ed è già la terza scuola che cambiamo, frequenta le lezioni dalle 8:00 alle 11:00, poi a casa perché non regge e non possono tenerlo.
Sono molto interessata, è possibile essere contattata per informazioni?
Grazie.
Marianna Mecenero
cara Marianna,
nel mio articolo trovi il link alla scuola di Silvia. in bocca al lupo!
ciao, nell'articolo, non riesco a trovare il link per contattare silvia, potresti riscriverlo qui per favore?
Grazie mille :-)
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