La prima volta che ho sentito fare il nome di Sistiana è stato da Daniela, la nostra responsabile social, che vive a New York e che quest’estate mi parlò di una ragazza italiana che aveva provato a fare la cantante nella grande mela utilizzando il web, creando video e raccontando pezzettini della sua storia. Mi sono incuriosita, mi piacciono sempre le donne che cercano la propria strada per vivere il loro destino. Così qualche mese dopo ho provato a cercarla sul web, mi è piaciuto un suo video in cui diceva,

“…ci devi credere e ti devi impegnare.
Anche quando è difficile, noioso. Le paure ci hanno resi pigri e solitari.
Più invecchi più diventa vitale: ci devi credere.
L’impegno è metà del tuo destino.”

e così alla prima occasione le ho proposto un’intervista.

Sistiana fa la vlogger, che è il corrispettivo della blogger ma con i video. Come per le blogger ce ne sono di tutti i generi, toccano tutti gli argomenti e sono molto brave a creare una comunità intorno alla loro opinione, lei si  distingue per discrezione e dolcezza.

“Sono vlogger e principalmente mi occupo di life style. Mi considerano una influencer, ma sono discreta non mi va di mettere tutta la mia vita nei video. Per farmi conoscere davvero  ho bisogno di molto tempo.” Poi ride, giocando con i suoi bei capelli rossi e aggiunge “Anche io ho avuto bisogno di molto tempo per conoscermi, provando e provando tanti lavori e tanti cambiamenti, tante evoluzioni.”

Sistiana ha vissuto in Spagna, poi negli Stati Uniti e ora Milano, dove ha la sua base di vita e lavoro, anche se non smette di muoversi.

“Ho iniziato a creare i miei video a New York. Ero andata là per cantare, ma dopo tanta fatica ho dovuto accettare che non ce l’avrei fatta. Ci vuole molta forza e molte risorse economiche anche per suonare, creare dei video, farsi promozione e io, che lavoravo come tanti come cameriera, ho capito che non avrei potuto continuare in quel modo. E’ stata una decisione importante, perché ad un certo punto è fondamentale capire quello che si può realisticamente fare. Ho scelto di smettere prima che il mio sogno mi piegasse.”

L’ascolto molto interessata, raccontare le appassionate mi mette spesso nella condizione di motivare, suggerire punti di vista nuovi per trovare forza e determinazione, ma l’ascolto e penso che ha ragione:

bisogna accettare di lasciarli andare certi sogni, e magari iniziare a sognarne altri.

“Certe volte mi chiedono e mi chiedo io stessa, possibile che non ho ancora deciso cosa fare nella vita? Eppure credo che proprio facendo quello che sto facendo io lo scoprirò. Per fare la vlogger ci vuole tantissima passione per esempio nel raccontare storie, oppure nel migliorare la tecnica per farlo. Io faccio tutto da sola, e mi piace imparare quello che non so. Ed è proprio imparando che scopro nuove cose che mi piacciono. Ma oltre a tutto questo ci vuole passione, perché in questo tipo di lavoro nessuno mi sosterrà se non io stessa. Bisogna imparare a fare tutto, dai video, alla gestione fiscale, è tutto tanto difficile. ”

Essere una vlogger è un vero lavoro, in tutto e per tutto unico, scolpito esattamente sulla propria personalità e unicità. Ed è proprio questa che fa la fortuna di chi ci riesce. Le vlogger puntano il loro successo sulla capacità di interessare a sempre più persone, aumentando le visualizzazioni si cominciano a ricevere proposte dalle agenzie di comunicazione, o direttamente dai brand affinché si includano i loro prodotti nei video.

“Anche se questo è il mio lavoro, che mi permette di pagare le bollette, io non cedo mai a proposte che non sono eticamente condivisibili. Mi piace mantenere i miei spazi privati e non accetto che si possa fare tutto per i soldi.”

E già, perché è la nostra personalità, il nostro senso di giusto e sbagliato, il nostro criterio di urgente e non, che permette di condividere con il nostro lavoro il racconto di chi siamo, ed è allora che finalmente il lavoro diventa una nostra estensione e noi finalmente siamo liberi anche se lavoriamo dalla mattina alla sera.

“Il libero professionista non va mai in vacanza, il cervello produce sempre, crei una nuova idea, o ti preoccupi cercarla.” Dice ridendo, ma con un velo si stanchezza. “E’ difficilissimo lavorare con la creazione in questo paese, troppo. L’idea ha bisogno di stimoli e anche di accoglienza per crescere, per questo dopo troppe delusioni, ho imparato a non condividere più le mie idee fino a che non sono certa di come realizzarla. Perché è troppo facile distruggere un’idea dicendo che non funziona, e io non voglio più permetterlo; le idee crescono se gli si dà la possibilità. E io ho capito che sono la sola responsabile delle miei idee.”

Come quella del libro,  “Tutta colpa delle fragole” che quest’anno Sistiana ha pubblicato con Mondadori. “Amo osservare il mondo e i suoi dettagli. Mi rimangono tutti impressi, tutti attaccati addosso, scrivere allora è facile. Credo che scriverò ancora, perché la scrittura è il luogo in cui tutto può accadere.”